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di Bhavjot Sodhi e Shumail Amanat

Non è per tutti ricominciare da zero e lasciare famiglia, amici, amori e i sapori del proprio paese per vivere un’esperienza lontano da casa.
Bisogna avere tanto coraggio per poter superare il timore che coloro che ti sei lasciato indietro si dimentichino di te.
Poi quando torni a casa e passi del tempo in famiglia, prendere quell’aereo che ti riporta alla tua nuova vita fa sempre uno strano effetto, ed è un momento non sempre facile da affrontare perché sai che dopo ti ritroverai solo sia fisicamente che mentalmente.

A chi ha sperimentato un viaggio senza ritorno è capitato, nel prendere in mano una vecchia fotografia o nel guardare video e rivedendo più volte scene particolarmente commoventi, insieme alla persona amata, agli amici, ai parenti, di provare un’emozione, “la nostalgia”.

Questi ricordi portano a rivivere nella mente emozioni belle o malinconiche, facendo riflettere su quanto sia frenetica e veloce la nostra esistenza; infatti, ci si accorge di non aver vissuto completamente la propria vita, così come la si desiderava, spesso perché il luogo in cui ci si trova non lo concede.

La nostalgia è stata una delle emozioni che ho fortemente provato lontana da casa durante il mio percorso di Erasmus in Spagna; soprattutto i primi giorni sentivo di essere isolata in un posto che non mi apparteneva e con delle persone che non mi appartenevano.

Quest’anno abbiamo affrontato in classe proprio la tematica del viaggio e della nostalgia, in relazione a uno scrittore italiano, Ugo Foscolo, costretto all’esilio dalla sua città, Venezia, dopo la firma del trattato di Campoformio. Foscolo ha inventato un personaggio di nome Jacopo Ortis, protagonista del romanzo Le ultime lettere di Jacopo Ortis. Pubblicato nel 1802, il romanzo è considerato uno dei capolavori del Romanticismo italiano.
Jacopo Ortis è un giovane idealista che si trova a vivere in un momento di grande turbolenza storica, durante le guerre napoleoniche in Italia ed è costretto a lasciare Venezia per non essere catturato dagli Austriaci. Attraverso le sue lettere, esprime il suo profondo senso di insoddisfazione e delusione nei confronti della società e del mondo che lo circonda. Jacopo Ortis intraprende un viaggio che lo porta lontano da casa e mentre si allontana dal luogo familiare, sperimenta una serie di sensazioni e sentimenti intensi, tra cui la nostalgia. Inizialmente, può provare un senso di liberazione e avventura, tuttavia, questo senso di libertà è presto offuscato da una profonda solitudine e disagio. Jacopo si sente smarrito, lontano dalla sicurezza e dalla familiarità della sua casa e delle persone care. Durante il viaggio, viene sconfitto da una crescente malinconia e nostalgia per ciò che ha lasciato alle spalle. I paesaggi che attraversa evocano in lui ricordi del passato, amplificando il senso di perdita e desiderio di ritorno. Le nuove esperienze e le nuove persone che incontra non riescono a colmare il vuoto lasciato dalla separazione da Venezia e dalla sua famiglia. Le emozioni di Jacopo durante il viaggio sono caratterizzate da un mix di tristezza, rimpianto e speranza.

Anche oggi ci sono molte ragioni per cui un ragazzo potrebbe sentirsi spinto a partire, sia positive che negative. 

Cause Positive: 

  1. Esperienza Culturale: Molti giovani desiderano immergersi in nuove culture, imparare nuove lingue e sperimentare modi di vivere diversi. Questo desiderio può essere alimentato dalla curiosità e dalla voglia di arricchire la propria visione del mondo. 
  2. Opportunità di Studio o Lavoro: Alcuni ragazzi partono per perseguire opportunità educative o professionali che non sono disponibili nel loro paese d’origine. Questo può includere programmi di studio all’estero, stage o lavoro in settori specifici che sono più sviluppati in altre parti del mondo. 
  3. Avventura e Crescita Personale: Viaggiare e vivere in luoghi nuovi offre l’opportunità di sfidare se stessi, sviluppare l’indipendenza e acquisire nuove competenze. Questo può contribuire alla crescita personale e alla maturità. 
  4. Fuga dalla Routine o dallo Stress: Alcuni ragazzi possono sentirsi soffocati dalla loro routine quotidiana, partire può offrire un’opportunità di sfuggire allo stress e alla monotonia, e di ricaricare le energie in un ambiente nuovo e stimolante. 

Cause Negative: 

  1. Difficoltà Economiche: Il costo del viaggio e del soggiorno all’estero può essere proibitivo per molti giovani, inoltre, trovare lavoro o sostenersi finanziariamente in un paese straniero può essere difficile, specialmente se non si ha un supporto finanziario adeguato da parte dello stato. 
  2. Barriere Linguistiche e Culturali: Adattarsi a una nuova cultura e imparare una nuova lingua può essere estremamente impegnativo e stressante. Alcuni ragazzi possono sentirsi isolati o frustrati dall’incapacità di comunicare efficacemente. 
  3. Sicurezza e Salute: Viaggiare in luoghi sconosciuti può comportare rischi per la sicurezza personale e la salute. La mancanza di familiarità con l’ambiente circostante e le differenze nei sistemi sanitari possono essere fonte di preoccupazione e ansia. 
  4. Isolamento: Lontano dalla famiglia, dagli amici e dal supporto sociale, alcuni ragazzi possono sentirsi soli e isolati, spesso non permettendo a loro di avere un supporto emotivo.

In definitiva, la decisione di partire dipende dalle circostanze individuali e dalle motivazioni personali di ciascun ragazzo. Mentre ci sono sicuramente vantaggi nell’esplorare il mondo e vivere all’estero, è importante considerare attentamente sia gli aspetti positivi che quelli negativi prima di prendere una decisione così significativa.

In classe, abbiamo ascoltato la puntata del 16 marzo 2024 della trasmissione radiofonica Expat di Radio 3, che aveva titolo “Il mondo del lavoro”. L’episodio riportava diverse testimonianze di italiani all’estero per motivi di lavoro. Tra loro Annalisa Eichholzer, che a Parigi ha iniziato come cameriera e ragazza alla pari e, grazie allo supporto dello stato, oggi lavora nel settore audiovisivo, incontrando un servizio del mondo del lavoro organizzato e attivo. Si è rivolta ad un certo dell’impiego, dove è stata seguita in tutto il percorso formativo. E Camilla, che in Francia è definita lavoratrice intermittente. Qui per tutte le persone che lavorano nel mondo dello spettacolo, c’è uno statuto di lavori intermittenti dello spettacolo. Camilla durante la sua maternità aveva paura del pregiudizio, quello che spesso in Italia capita; invece, durante il lavoro di cameriera a Parigi, è stata molto supportata dai colleghi, la sua gravidanza è stata molto accolta, nonostante lei insistesse a fare i lavori di sempre, l’hanno voluta aiutare senza fargli fare sforzi.

Noi stessi sappiamo che cos’è la nostalgia.

Shumail è un comune nome pakistano e il Pakistan è il mio paese natale. Mio padre decise di abbandonare la propria patria in cerca di un futuro migliore per sé e per la famiglia, decise quindi di raggiungere alcuni suoi fratelli che si trovavano in Italia dal 1995, e come professione erano dei cuochi e camerieri.

Ottenendo il visto mio padre riuscì ad approdare in Italia nel 2007, riscontrò le prime problematiche legate alla burocrazia e alla lingua, ancora oggi in Italia i tempi di preparazione e organizzazione della documentazione per uno straniero è molto drastica.

All’inizio ha lavorato sempre nel settore della ristorazione insieme ai suoi fratelli, ma purtroppo riscontrando notevoli problemi; con tanti sacrifici decisero di aprire una loro attività sempre nel mondo della ristorazione che fortunatamente ha mostrato un grande successo e così nel 2014 mio padre ha deciso di riunirsi alla propria famiglia in Italia. Purtroppo per problematiche legate alla burocrazia siamo riusciti ad arrivare in Italia nel 2017 e da lì ho iniziato il mio percorso di studi, presso la scuola  media IC. Mazzi, imparando ogni anno la lingua , la cultura e lo stile di vita delle persone che mi circondavano.

Attualmente sono frequentante dell’istituto G. Galli dove ho conosciuto la mia compagna Bhavjot Sodhi originaria dell’India. Pur frequentando una classe in Italia, abbiamo in comune radici lontane e, confrontandoci, abbiamo scoperto di condividere dei passati paralleli.


L’India, il paese in cui sono nata e cresciuta per 3 anni, è uno dei paesi più poveri e mal gestiti dell’Asia, abitavo in un piccolo paesino di nome Ram Nagar.

Molti paesi europei offrono un alto standard di vita, che include accesso a servizi sanitari di qualità, istruzione, infrastrutture ben sviluppate e sicurezza sociale; elementi che in India mancano, visto che non è molto sviluppata.

Mio padre si trovava già in Italia prima di sposare mia mamma, i suoi primi anni furono veramente duri non conoscendo la lingua e la gestione dei documenti, si trovò per strada e passò i primi sei mesi a vivere davvero in difficoltà.
Ma un miracolo capitò il 23 gennaio del 2001, conoscendo quello che sarebbe stato il suo migliore amico, che gli offrì un alloggio in affitto e un lavoro part-time e col tempo riuscì a sistemarsi, facendo però molti sacrifici.
Nel 2005 sposò mia mamma e il 27 ottobre del 2006 nacqui io. Sempre per motivi burocratici riuscimmo a raggiungerlo nel 2009.
Oggi, nonostante i problemi che sta ancora affrontando, è riuscito ad acquistare la sua prima casa, ottenere un lavoro fisso e condurre una vita stabile e sana.


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