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di Stella Nocenti e Alice Solivani

Oggi sono molti i giovani che prendono la decisione di partire e lasciare la propria abitazione e i propri cari per cercare un lavoro che possa stravolgere la loro vita, cambiando i loro stili di vita quotidiani. Questa decisione è in bilico tra l’andare bene e l'andare male: ciò porta questi giovani a titubare e suscita in loro un'emozione negativa.

Essendo lontano da casa, colui che intraprende il viaggio avverte un senso di nostalgia.
La nostalgia è uno stato d’animo che si avvicina molto alla tristezza in quanto la si avverte quando si perdono cari oppure ci si rende conto di non poter più tornare al passato e non poter più rivivere/risentire le stesse emozioni. Una persona nostalgica è infatti colei che vorrebbe tuffarsi nel passato, che rimpiange persone/cose che prima la facevano stare bene: che la facevano sentire a casa.
I migranti provano molto questo sentimento, perché lasciano la loro vita quotidiana, le loro cose, i loro parenti e la loro casa per un periodo di tempo indefinito.
Un’opera che fa riferimento a questi sentimenti come tristezza, nostalgia, dolore è la poesia A Zacinto: narra della nostalgia di Foscolo per la sua amata terra Zacinto, l’isola in cui è nato e cresciuto, e che è stato obbligato a lasciare per problemi economici.

Tornando al presente, molti sono i giovani che decidono di partire per cause legate a: scarsa qualità di istruzione, carenza di esperienze e competenze specifiche richieste dal mercato, crisi economica e finanziaria dovuta alla pandemia del Coronavirus.
Nonostante questi lati negativi però, ci sono anche cause positive che portano i giovani a lasciare il proprio territorio: per aumentare le proprie conoscenze, per le borse di studio, per arricchirsi facendo lavori che il proprio paese non offre. Molti italiani scelgono volontariamente di andare all’estero per nuove esperienze lavorative.
In classe, abbiamo ascoltato alcune testimonianze registrate in una puntata della trasmissione Expat, di Rai Radio 3, del 16 marzo 2024; in particolare: Camilla, trasferitasi a Parigi, si è rivolta ai centri per l’impiego. Inizialmente lavorava come cameriera e ragazza alla pari; dopo essersi rivolta a loro, ha iniziato a lavorare nell’audiovisivo, suo campo desiderato. Ha trovato delle notevoli differenze rispetto all’Italia all’interno del sistema lavorativo, trovandolo molto ben organizzato e attivo. Come consigliera aveva una ragazza che non aveva capito che cosa volesse nella vita, ma l’ha sostenuta e l’ha spronata insegnandole a scrivere il proprio curriculum con l’aggiunta della lettera motivazionale e in più come si facesse una domanda di lavoro. Dopodiché Camilla ha trovato impiego nel suo campo come lavoratrice intermittente. Pur non lavorando a tempo pieno riusciva comunque a pagare l’affitto e a mangiare. Dopo aver annunciato la sua seconda gravidanza, il datore di lavoro e i colleghi non l’hanno giudicata a differenza della sua prima maternità in Italia dove si è sentita in difetto per tutti i pregiudizi. Mentre in Francia dopo aver comunicato la sua gravidanza, erano entusiasti tutti.

Durante la mia adolescenza ho avuto il piacere di conoscere un ragazzo africano che a causa della forte povertà della sua famiglia e del suo continente, è stato adottato da una famiglia italiana. Costretto a lasciare la propria terra, la famiglia e i suoi fratelli in età prematura, è riuscito ad ambientarsi a un’altra vita.. Probabilmente con difficoltà dato il pregiudizio di noi esseri umani.


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