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Il professor Carlo Cottarelli, il 4 maggio 2021, ha incontrato (in modalità remota per via della pandemia) gli studenti dell’Istituto Superiore “Guido Galli” di Bergamo, che ha ospitato anche gli alunni dell’istituto “Belotti”, per parlare di crescita e occupazione tra emergenza pandemica ed evasione (Guarda la diretta su Youtube).

«Mi fa piacere affrontare il tema dell’evasione e della crescita a scuola- ha affermato l’economista – Voglio dare il mio contributo per un cambiamento culturale che parta dalle aule scolastiche. Il mio appello agli studenti bergamaschi e di contribuire a un cambiamento culturale. È necessario che tutti ci poniamo il problema della grossa fetta di italiani che non pagano le tasse, ma anche quello dell’elusione, di chi sfrutta le ambiguità della legge, le “scappatoie”, delle “vie di fuga”: si tratta di un fenomeno molto diffuso a livello internazionale per pagare di meno. In tutt’e due i casi lo Stato perde risorse importanti per pagare scuole, investire su una giustizia che funzioni, pagare pensioni dignitose e molto altro. Le tasse non pagate in Italia sono di circa 108 miliardi l’anno. Pensate che la spesa per la pubblica istruzione in Italia è di soli 65 miliardi: se recuperassimo quei soldi, potremmo investire su settori strategici per la rinascita di questo paese». 

L’economista, noto per i ruoli di spicco nel Fondo Monetario Internazionale, già revisore della spesa pubblica nel 2013, con il governo Letta, e oggi, tra l’altro, anche direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, ha messo a disposizione delle decine di studenti di Bergamo il suo tempo per rispondere a tutte le loro domande. 

È stato un momento importante di educazione civica su cui ha puntato il dirigente scolastico dell’Istituto Galli, Brizio Campanelli, coadiuvato dalla professoressa Maria Pignataro, che è intervento nel dibattito (online per via della pandemia in corso) insieme alla dottoressa Patrizia Graziani, responsabile dell’Ufficio Scolastico di Bergamo. 

Dopo la lectio magitralis del professor Cottarelli su crescita e occupazione tra pandemia ed evasione fiscale, gli studenti dell’Istituto professionale servizi commerciali del Galli e gli studenti dell’istituto Belotti che frequentano l’indirizzo tecnico economico hanno rivolto all’ospite una serie di domande che hanno spaziato dal recovery fund all’evasione.

L’economista Carlo Cottarelli

Il professore Cottarelli respinge le etichette: non si sente un uomo dell’austerity per aver tagliato gli sprechi della spesa pubblica: «Io sono un economista pragmatico, non mi schiero con i neokeynesiani o contro: attendiamo 200 miliardi in 6 anni dall’Europa per stimolare la crescita economica, puntando anche sulle riforme e sull’ammodernamento dell’Italia. Adesso bisogna fare politiche keynesiane per il sostegno della domanda, ma mi rifiuto di pensare che sia necessario essere keynesiani o anti-keynesiani a prescindere. Inoltre, gli interventi economici di carattere espansivo si possono fare solo quando ci sono le risorse».

Insomma, la lezione di Carlo Cottarelli è chiara: quando ci sono i soldi e si vuol venire fuori da una pandemia che ha messo in ginocchio il paese bisogna stimolare la domanda con moneta pubblica, ma le risorse devono essere spese bene per ottenere una crescita reale e duratura, altrimenti saranno guai per le future generazioni. «Anche i soldi del recovery fund dovranno essere restituiti: se verranno sprecati in futuro saremo costretti a subire politiche restrittive da parte dell’Europa che ci impoveriranno» – spiega il professore. 

Ecco perché, secondo l’economista ospite del Galli, è necessario puntare sul taglio delle spese pubbliche inutili e combattere l’evasione, magari limitando anche l’uso del contante. 

«In Italia evadiamo di più rispetto alla maggior parte dei paesi europei – ha spiegato il professore – Ci classifichiamo sempre nei primi cinque posti su quaranta paesi europei presi in considerazione nelle stime ufficiali. Peggio di noi fanno solo Grecia, Romania e qualche volta alcuni paesi dell’est, a seconda degli anni. In Italia evadiamo l’Iva il doppio rispetto alla Francia e ala Germania. Alcuni idraulici, quando finiscono il lavoro, ti pongono il problema se pagare un prezzo più alto inclusa l’iva oppure senza. C’è da dire che abbiamo un sistema di pagamento delle tasse molto complesso e da cambiare. Certamente, anche l’uso dei condoni dà segnali negativi: se uno deve pagare 100, paga 20 e si cancella anche il reato. Questa strategia ripetuta per 30 anni ha favorito chi è in malafede. Anche Draghi ha fatto un mini-condono, cancellando le tasse delle cartelle esattoriali per mantenere la pace all’interno della sua coalizione. Ma alla fine lo Stato ha incassato ben poco. Qualcuno in futuro potrà richiederne altri dicendo che anche Draghi lo ha concesso. Certo, ci sono condoni più scandalosi di altri…

Spesso c’è il sostegno della politica, alcuni politici si sono spinti fino a giustificare l’evasione. Eppure, bisognerebbe capire che l’evasione crea iniquità tra chi paga e chi no, dà vita a disparità sociali e distorce il sistema della concorrenza. Bisogna sottolineare che in questi anni ci sono stati dei progressi nella lotta all’evasione fiscale: siamo passati da un grado di evasione dell’Iva, negli anni 80, che era intorno al 28% e ora siamo al 24%. Il problema è che l’opinione pubblica italiana sopporta questo malcostume: ecco perché è importante l’educazione civica nelle scuole».

«La mission di una scuola è di fornire agli studenti un’adeguata preparazione scolastica, credo tutti quanti abbiano ben chiaro il concetto che la scuola ha anche l’importante compito di formare i futuri cittadini, membri attivi e produttivi della nostra società – ha spiegato il dirigente scolastico del Galli di Bergamo, Brizio Campanelli, durante l’incontro con il professor Cottarelli – L’importanza della scuola è emersa come non mai durante il periodo della pandemia, ma già prima di questi tragici momenti con la legge con la legge n. 92/2019 che ha introdotto lo studio dell’educazione civica nelle scuole, era già chiara la necessità di educare gli studenti a quei valori e a quei principi che sono alla base del buon funzionamento di una società.

Che le cose non andassero già bene, dal punto di vista dell’economia, era ben evidente prima ancora della pandemia, decenni di crisi economica che si è tentato di contrastare con politiche di deficit spending review, con politiche di natura congiunturale (senza un respiro a lungo termine) sovente caratterizzate da una gestione non sempre efficiente che ne ha condizionato l’efficacia.

Oltre a tutto ciò un aspetto decisamente preoccupante è che una buona parte degli effetti negativi si devono ancora manifestare e si manifesteranno soprattutto sulle generazioni future.In questo scenario poco rassicurante le scuole si impegnano nel cercare di dare ai propri studenti un imprinting “positivo” insegnando i valori della legalità, della sostenibilità, dell’inclusione sociale, ma, in aggiunta a tutto questo, non può e non deve essere sottovalutata l’importanza di dare a questi studenti anche un’idonea educazione finanziaria soprattutto in questo preciso momento storico quando, grazie al Recovery Found, abbiamo un’occasione unica per provare a risollevarci, a patto però, che, i fondi che arriveranno dall’Unione Europea, vengano impiegati e gestiti in maniera efficace ed efficiente, a patto che tutti noi teniamo bene in mente quell’importante principio sancito dall’art. 53 della Costituzione che recita che Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”».

La lezione dell’economica e professor Carlo Cottarelli

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