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Due anni di convivenza

Negli ultimi due anni, a causa della terribile pandemia da SarS CoV-2, nelle varie società mondiali sono avvenuti numerosi cambiamenti nelle vite di tutti i cittadini: nuove restrizioni sanitarie, normative da applicare nei luoghi di lavoro, uso delle mascherine chirurgiche, vaccinazioni, green pass e, ovviamente, importanti limitazioni nell’ambiente scolastico che sono diventate il nostro pane quotidiano.

Cose che un tempo erano scontate, come l’intervallo nei corridoi con i compagni delle altre classi, le feste di fine anno o i banchi disposti in coppie, sembrano oramai un ricordo lontano, nonostante facessero parte della nostra realtà solo un paio d’anni fa. 

All’inizio della situazione pandemica ci furono non poche polemiche da parte degli studenti riguardo le normative di prevenzione da applicare per il Covid.

Tenere costantemente le mascherine chirurgiche, i metri di distanza per i banchi, l’impossibilità di contatto fisico, le entrate a diverse fasce orarie e le limitazioni di movimento all’interno dell’istituto erano e, sono ancora, regole ferree e contrapposte al normale desiderio di libertà tipico degli adolescenti. 

Dopo due anni tutte queste situazioni sono entrate nella nostra routine si vita quotidiana e, noi giovani riusciamo a rispettarle più facilmente, anche se con qualche infrazione di tanto in tanto, ma il quesito che tutti si pongono è: “quando finirà questa pandemia?”

Il tempo passa e le restrizioni sembrano funzionare ma le varianti di questo virus continuano a comparire e sembra ancora molto lontana la luce in fondo al tunnel. 

Possiamo solo fare il nostro dovere e sperare che la dedizione dei medici e dei ricercatori venga ripagata.

L’organizzazione degli ambienti

In questi anni di pandemia le scuole di ogni ordine e grado si sono trovate a dover ripensare completamente l’organizzazione degli ambienti di apprendimento. Le classi sono state organizzate per mantenere le distanze di sicurezza tra docenti e studenti e tra studenti e studenti, con le entrate differenziate di classe in classe per impedire assembramenti. Le opinioni sulla loro funzionalità e la loro importanza sono, anche in questo caso, molto contrastanti, perché molti studenti al di fuori dell’ambito scolastico si incontrano senza tali limitazioni.

Secondo voi tali disposizioni fanno davvero la differenza in questa situazione? Probabilmente non lo sapremo ma, ma sicuramente la situazione è controllata all’interno della scuola.

DAD o scuola in presenza?

All’inizio di questa convivenza col virus Covid19, gli studenti si sono visti costretti a dover seguire le lezioni a distanza. Non è stato facile dover “improvvisare” questa nuova modalità di didattica a distanza, né per gli alunni né per i professori. Molti pensano che la DAD sia sostitutiva alla scuola in presenza, ma la maggior parte di queste persone non le ha mai provate entrambe. 

Non è affatto facile la scuola a distanza, il non poter interagire direttamente con professori e studenti perché si è limitati da uno schermo, il dover stare 5 ore al giorno davanti ad un dispositivo invece di stare in classe e vedere le persone dal , può essere fonte di grande stress.

Ovviamente esistono anche lati positivi della DAD, gli studenti non sono costretti a prendere i mezzi pubblici e possono direttamente connettersi da casa, evitando spostamenti e velocizzando il procedimento.

E’ quindi quasi impossibile definire quali di queste modalità sia la migliore, viste le diverse opinioni in merito.

Perchè si svolge la dad anche dopo il rientro a scuola?

Il rientro a scuola è  ufficiale, non sembra esserci l’intenzione di richiudere nell’immediato futuro e le restrizioni sono rigide come sempre. Quindi perché alcuni studenti si ritrovano a fare la DAD anche in questa situazione?

La risposta è sfortunatemente sempre a causa del virus. Anche adesso, con le nuove varianti, i contagi continuano a crescere in numero esorbitante. 

Gli studenti che scoprono di essere positivi devono rimanere in quarantena, partecipando alle lezioni tramite la DAD, e possono rientrare solo a seguito dell’esito negativo del tampone.  Se in classe è stato accertato un caso positivo, gli alunni, tranne il positivo,  continuerebbero la didattica in presenza con mascherine FFP2 per 10 giorni, mentre se vengono accertati 2 o più positivi in classe, gli alunni si dividerebbero in base al ciclo di vaccinazione. Gli studenti che non sono vaccinati o non hanno completato il ciclo di vaccinazioni svolgerebbero 5 giorni di DAD ed avrebbero l’obbligo d’usare mascherine FFP2 nei 5 giorni seguenti il rientro, mentre gli altri continuerebbero la didattica in presenza con le mascherine FFP2 per 10 giorni.

Per maggiori chiarimenti è possibile consultare la circolare con le nuove Disposizioni Anticovid n.05 pubblicata sul sito ufficiale dell’istituto Galli al www.istitutoguidogalli.edu.it

Dati ottenuti dopo il periodo di DAD

Il campione analizzato è relativo agli studenti dai 14 ai 18 anni. Di questi, il 28% dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno di classe ha smesso di frequentare la scuola a causa delle difficoltà di connessione durante la Dad o della mancanza di concentrazione.

Le assenze prolungate potrebbero portare poi all’abbandono scolastico di almeno 34.000 studenti delle superiori.

Stanchezza, incertezza e preoccupazione emergono ancora dall’indagine denominata “I giovani al tempo del Coronavirus”. Più di 1 studente su 3 ritiene che la propria preparazione scolastica sia peggiorata e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno precedente. Un altro elemento interessante è che quasi 4 ragazzi su 10 sottolineano le ripercussioni negative sulla propria capacità di studiare nel periodo a casa. Il 16% invece valuta positivamente questo periodo sulla propria capacità di studio. Giovani che ammettono anche di vivere stati d’animo come stanchezza, incertezza, preoccupazione, irritabilità e ansia ma 1 su 5 non lo condivide con nessuno.

Sofia Bani della 4^A

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