calcio donna vs maschio
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Linda Buccella VS Luca Bertulessi

L’Istituto Guido Galli conta la presenza di molti studenti che praticano uno sport a livelli agonistici, che dedicano la loro energia verso l’attività fisica, che per loro è una vera passione. Lo sport più praticato all’interno della scuola è sicuramente il  calcio, con la presenza, tra gli altri, di due calciatori che hanno giocato nella Primavera dell’Atalanta e ora giocano nella Cremonese: Caleb Okoli e Marco Carnesecchi. Grazie al loro esempio molti giovani calciatori e calciatrici hanno il sogno di crescere sempre di più e migliorare le proprie prestazioni. In questo giornalino si sta cercando di dare spazio a questi giovani talenti grazie anche a delle interviste; in questo caso sono stati intervistati due calciatori, un ragazzo, Luca Bertulessi, e una ragazza, Linda Buccella. Ad entrambi sono state  fatte le stesse domande per riuscire a  capire le differenze di genere che ci sono in uno stesso ambito come quello sportivo. 

Intervistato: LUCA BERTULESSI 

Intervistatrice: LINDA BUCCELLA

In che squadra giochi? Da quanto tempo? Com’è nata la tua passione?

“Gioco da quando avevo 6 anni, attualmente nella Sporting OVZ; la mia passione è nata grazie a mio fratello che è più grande di me di 5 anni, mi ha trasmesso lui la passione che porta la mia famiglia per il calcio (in particolare da mio nonno, che però non ha avuto il tempo per insegnarmi)”.

In che ruolo giochi? Qual è stata la tua partita più emozionante? 

“Gioco a centrocampo, nello specifico sono trequartista; la mia partita più emozionante è stata indubbiamente la semifinale dei regionali giocata a Verdello nella quale ho segnato il goal vittoria del 3-2 che è stato super emozionante”.

Nonostante l’importante impegno che dedichi al calcio riesci a divertirti con gli amici, o preferisci dedicarti solamente alla tua passione sportiva?

“Giocando il sabato pomeriggio ho sempre il weekend libero per poter uscire e divertirmi con i miei amici”.

Pensi, in relazione anche alla scuola che hai scelto, di continuare questa tua ‘‘carriera’’ sportiva, o hai in mente di dedicarti ad altro?

“Per adesso penso sia giusto continuare a giocare anche se non a livelli molto alti, poi spero che arrivi una chiamata importante da una società più nominata, in modo da proseguire in modo più professionale il mio percorso”.

Cosa ne pensi del calcio maschile? e di quello femminile?

“Il calcio maschile lo seguo di più come penso molte persone, mi appassiona molto e mi piace guardare le partite; ad ogni modo penso che entrambi gli sport debbano essere praticati agli stessi livelli, senza differenze. Penso che anche il calcio femminile sia molto bello e che ci siano molte calciatrici brave e forti; inoltre, essendo un tifoso del Milan seguo anche la squadra femminile, e so che la Juventus Woman è molto forte, vincitrice anche della coppa italia”.

Nella tua squadra, quanto è cambiata la situazione causa covid? la tua passione ne ha risentito?

“A causa del Covd sì, è cambiato tanto nella mia squadra… eravamo davvero uniti, cercando di affrontare le partite compatti facendo anche un bel campionato, purtroppo però durante la pausa molti compagni hanno smesso di giocare, rimanendo così in un numero ristretto che ha reso più difficile il raggiungimento dei nostri obbiettivi del campionato; indubbiamente anche per me è cambiato, non tanto la mia passione, quanto per il ritmo e l’allenamento”.

quale è il tuo calciatore preferito? quello a cui ti ispiri e quale è la tua squadra del cuore?

“Il mio giocatore preferito è Zlatan Ibrahimovic del quale sto leggendo anche il libro; mi ispiro a Ronaldinho perchè giocava sempre con il sorriso, e la mia squadra del cuore è il Milan – anche se nella mia famiglia nessuno la tifa – però è stata una passione tramandata da mio nonno, il quale a solo due anni mi ha regalato un peluche appunto del Milan, ed essendo uno dei pochi ricordi mi è rimasta come squadra del cuore”.

Secondo te è giusto che i calciatori vengano pagati milioni mentre un lavoratore comune riesca solo ad arrivare a fine mese?

“Secondo me gli stipendi dei giocatori sono veramente troppo elevati, è giusto pagarli in quanto per loro è un lavoro, ma secondo me sarebbe meglio mettere un massimo di 5 milioni”.

Cosa ne pensi del tifo e di quello che c’è dietro? pensi che nel corso degli anni sia cambiato qualcosa?

“Io vado quasi sempre allo stadio San Siro e secondo me è molto importante avere un pubblico che ti sprona a fare bene e a vincere supportando la squadra. Infatti, ora con le disposizioni anti-Covid è cambiato un po’ lo spirito dello stadio e quindi non vedo l’ora che si possa tornare al 100% e che tutti possano tifare la propria squadra del cuore”. 

Intervistata: BUCCELLA LINDA

Intervistatrice: ROSSI GIULIA

In che squadra giochi? Da quanto tempo? Come è nata la tua passione?

“Gioco nella Polisportiva Monterosso da quando ho 11 anni; inizialmente giocavo per sfogarmi, mentre poi allenandomi sempre di più questo sport è diventata una vera passione, e sono già 6 anni che ho questa passione così forte”.

In che ruolo giochi? qual è stata la tua partita più emozionante? 

Nonostante l’importante impegno che dedichi al calcio riesci a divertirti con gli amici, o preferisci dedicarti solamente alla tua passione sportiva?

“Io gioco sempre la domenica mattina, e ricoprendo un ruolo molto importante e determinante preferisco essere concentrata, andando anche a dormire relativamente presto, quindi il sabato sera non esco quasi mai”.

Pensi, in relazione anche alla scuola che hai scelto, di continuare questa tua ‘‘carriera’’ sportiva, o hai in mente di dedicarti ad altro?

“Sono consapevole che non ho molta possibilità di giocare ad alti livelli, sicuramente mi piacerebbe continuare anche solo in ambito amatoriale; in ogni caso ho scelto questa scuola per la passione verso la cucina, quindi ho intenzione principalmente di seguire questa strada”.

Cosa ne pensi del calcio maschile? E di quello femminile?

“Il calcio maschile mi appassiona molto e lo seguo tanto, è indubbiamente il più conosciuto e praticato ma penso che il calcio femminile possa raggiungere gli stessi livelli, grazie anche all’enorme talento di alcune calciatrici che stanno ispirando milioni di giovani ragazze che cercano di arrivare come loro a livelli importanti. Sono cosciente del fatto che il calcio femminile subisca ancora tante discriminazioni, perché le vivo anche io; ma sono ancora più cosciente del fatto che ci possa essere una svolta e possa raggiungere il livello di quello maschile”. 

Nella tua squadra, quanto è cambiata la situazione causa covid? la tua passione ne ha risentito?

“La pandemia ha destabilizzato tutti, ha colpito molti aspetti della vita quotidiana e ha rovinato quella che era la libertà. In ambito sportivo e personale ha stravolto tutto, nella mia squadra piano piano si stava rompendo quello che di bello c’era stato fino a quel punto, e sì, anche la mia passione ne ha risentito: non avevo più voglia di fare niente se non dormire e riposarmi, anche se non ero stanca. Questo momento di sconforto mio e delle mie compagne è stato però subito sistemato dai miei allenatori, i quali si sono adoperati per fare allenamenti a distanza che hanno, almeno in parte, reso le cose migliori”.

Qual è il tuo calciatore preferito? Quello a cui ti ispiri e quale è la tua squadra del cuore?

“Il mio calciatore preferito è Pierluigi Gollini, ex portiere dell’Atalanta a cui ero molto affezionata, quello a cui mi ispiro invece è sicuramente De Gea, portiere del Manchester United che si è distinto per le sue ottime parate e per i suoi interventi che hanno fatto la differenza.

La mia squadra del cuore è l’Atalanta, la squadra di Bergamo che era tifata da mio papà, infatti è stato proprio lui a trasmettermi la passione per questa squadra così incredibile”.

Secondo te è giusto che i calciatori vengano pagati milioni mentre un lavoratore comune riesca solo ad arrivare a fine mese?

“No, personalmente non sono per niente d’accordo e non lo trovo giusto, ne parlo spesso con mio nonno e siamo entrambi d’accordo che alcuni calciatori vengono pagati veramente troppo, capisco che è come un lavoro, ma penso anche che un medico che salva ogni giorno vite, non possa essere pagato meno di un calciatore”.

Cosa ne pensi del tifo e di quello che c’è dietro? pensi che nel corso degli anni sia cambiato qualcosa?

“Quando posso vado spesso allo stadio per sostenere la mia squadra e quindi sono cosciente che il tifo sia praticamente fondamentale durante una partita: è grazie al tifo che si può avere questa forte passione per qualcosa, che nel mio caso si trasforma in un grande attaccamento alla città. Sicuramente ora, a causa del Covid, gli stadi non possono tornare al 100%, ma come penso ogni tifoso, non vedo l’ora che tutti i tifosi possano entrare a cantare per tifare con orgoglio la loro squadra, come mi auguro di poter fare io”.

La doppia intervista è conclusa: da queste risposte si può dedurre la diversità che c’è in uno stesso sport a seconda del genere, ma si può comprendere anche la stessa passione che si vede in entrambi i sessi, e quindi dopo questo articolo sono ancora più convinta che il calcio possa essere per tutti, per chi lo sente davvero, senza distinzioni. Spero che queste due “testimonianze” possano essere un punto di riferimento per far capire quanto sia bello lo sport che non conosce distinzioni, uno sport che DEVE essere uguale.

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