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Iniziamo proprio dalle differenze tra questi due sport: il tennis non è uno sport di squadra a differenza del ciclismo, in cui serve la cooperazione di tutti i componenti della squadra (il capitano e i gregari). Il tennis viene praticato singolarmente, in un campo apposito, in cui due atleti si sfidano a colpi racchetta, le partite durano in media 4 ore e bisogna sviluppare un’alta concentrazione e un’alta resistenza; di contro, nel ciclismo serve concentrazione, resistenza e muscolatura elevata sulle gambe, precisamente su polpacci e quadricipiti. In base al fisico e alle caratteristiche  è possibile individuare tre tipologie di ciclisti: 1) passisti, in grado di percorrere sia pendenze elevate che pianure;  2) scalatori, che sono particolarmente abili nello scalare le vette velocemente e senza dispendio di troppe energie; 3) velocisti o “cronoman”(uomini velocità), che sono fortissimi negli sprint e nelle fughe. Anche la fase degli allenamenti dei due sport presenta delle differenze: un tennista si allena tutti i giorni, per tre ore al giorno, lavorando molto sulla tecnica e sulla preparazione atletica, praticando allenamenti diversi ogni giorno;  il ciclista, invece, si allena, in media 4 ore al giorno, con un giorno di riposo a settimana e deve puntare a migliorare la respirazione, la resistenza e,  in inverno, la parte riguardante i muscoli. Ma per conoscere meglio bene questi due sport abbiamo scelto di porre alcune domande a due studenti atleti che praticano queste attività.

Gabriele: dalla Sicilia a caccia di un sogno

Gabriele Mettuno, classe 2004, di origini Siciliane, nel Settembre 2017 ha deciso di abbandonare familiari e amici per inseguire il suo sogno e la sua passione. Fin da piccolo Gabriele si è dedicato alla pratica di diversi sport: calcio, nuoto, boxe e karate e,  infine,  anche il tennis che, ben presto, è diventata la sua grande passione. I genitori gli hanno sempre permesso di frequentare gli allenamenti e di partecipare a diversi tornei, ma nel  2017 Gabriele, a soli 13 anni, ha deciso di trasferirsi a  Bergamo, alloggiando per un anno alla Casa del Giovane, famosa per ospitare numerosi giovani talenti sportivi. La sua carriera sportiva gli ha permesso di viaggiare sia in Italia che negli  Stati vicini. Ha vinto numerose competizioni provinciali, sia in Sicilia che in Lombardia, e ha partecipato anche a dei Master Nazionali tenutisi al Foro Italico di Roma. Dopo due anni di allenamenti  con il famoso ex tennista Paolo Coné, ha deciso di entrare a far parte dell’Academy di Brusaporto, presso cui continua a crescere e ad allenarsi per cercare di scalare le vette delle classifiche mondiali, senza mai mollare.

Ma sentiamo cosa può dirci riguardo il suo amato sport:

  • Gabriele come hai vissuto il momento della tua partenza sapendo che avresti lasciato la tua famiglia?

«Non l’ho vissuto male, per quanto riguarda la nuova città e i luoghi che avrei frequentato ero un po’ ansioso, però lasciare la famiglia era l’ultimo dei miei pensieri, perché ero contento dell’avventura che stavo per intraprendere e non sentivo la loro mancanza, anche se pensare che avrei dovuto vivere da solo e arrangiarmi, mi stranizzava un po’».

  • Gabriele come riesci a incastrare bene scuola e allenamenti? 

« Negli anni mi sono organizzato sempre abbastanza bene, ma ultimamente con la difficoltà progressiva delle lezioni, mi trovo un po’ più in difficoltà, ma cerco di stare al passo. »

  • La scuola ti sostiene e ti da crediti?

« È un tema su cui non mi sono mai posto domande, ma osservando le pagelle ogni anno non ho mai notato incrementi particolari a livello di crediti riguardanti lo sport, mi supporta solo il pdp sportivo attraverso cui i professori mi programmano  interrogazioni. »

  • Quali giorni della settimana ti alleni? Ogni quanto sono i tornei ? « Mi alleno 4 giorni alla settimana per tre ore ogni seduta e ultimamente ho un torneo ogni weekend. »

Jacopo: ciclista che si rialza sui pedali

Jacopo Panza, fin da piccolo abituato a pedalare, già dall’età di 7 anni ha vinto numerose gare conquistando vari titoli, diventando in soli 3 anni  campione provinciale e regionale .All’età di 10 anni si è ritrovato a non poter più praticare lo sport che amava a causa di un tumore benigno, apparentemente innocuo, e dopo vari consulti con diversi medici è riuscito a risalire in sella, anche se,  a livello psicologico, era un po’ frenato. Dopo la malattia, infatti, non è riuscito più a vincere come prima, ma ha ottenuto comunque buoni risultati: ha vinto il campionato provinciale e altre gare, ha partecipato a diverse competizioni nazionali e internazionali. Purtroppo,  mentre faceva parte della categoria juniores (17 anni) si è ritrovato ad affrontare un ematoma cerebrale,  che lo ha costretto a smettere, suo malgrado, di praticare sport a livello agonistico per alcuni mesi. Tuttavia, continua ad allenarsi e desidera tornare presto sulle due ruote, passando però al ciclismo su strada.

  • Come ti sentivi prima dell’operazione all’idea di passare dalla mountain bike al ciclismo su strada?

« Innanzitutto non è più uno sport in singolo, ma uno sport di squadra. Per me è fondamentale sentirmi legato a qualcuno, sia durante gli allenamenti che in gara. Però è  migliore  per quanto riguarda la parte retributiva.»

  • Hai notato differenze dopo l’operazione riguardo ai tuoi allenamenti?

« Diciamo che non posso più allenarmi intensamente come prima, non riesco a reggere un ritmo alto in gara per via del fisico non ancora in forma. Non sento ancora sensibilità nella parte destra e senza attacco sui piedi non riesco a pedalare. »

  • Sei entusiasta che tra pochi mesi potrai tornare a gareggiare?

« Si, sono entusiasta, ma ho paura per quanto riguarda le ripercussioni dell’operazione, non so se troverò una squadra, essendo avanzato di categoria, che mi accoglierà, dato che con la pandemia molte squadre di ciclismo si sono ritrovate senza sponsor e quindi hanno dovuto chiudere.»

Di Panza Jacopo e Mettuno Gabriele

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