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Rubrica “ZERO SPRECO – PIU’ AMORE PER IL CIBO” a cura degli studenti dell’Istituto alberghiero Guido Galli di Bergamo

Da parecchi anni non si fa altro che sentir  parlare di sostenibilità, anche tra i banchi di scuola:  tutti gli studenti, ormai, sanno perfettamente a cosa ci si riferisce quando si parla di economia green, economia circolare, sostenibilità, Europa 2030. E’ un argomento molto importante, che viene affrontato in tutte le discipline ed è anche oggetto di approfondimento, in alcune classi dell’Istituto, che vengono invitate a partecipare ad incontri con esperti del settore.

Prima di chiedersi il perché si parla così tanto di sostenibilità a tavola, bisogna  chiarire cosa significa sostenibilità ed essere sostenibile. 

La definizione è collegata al concetto di sviluppo sostenibile: “lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. 

Il concetto di sostenibilità vede un legame inscindibile tra la dimensione economica, sociale e ambientale. 

Generare una crescita duratura attraverso la creazione di reddito e lavoro per il sostentamento delle popolazioni e attraverso un’efficace combinazione delle risorse. Valorizzare l’ambiente in quanto “elemento distintivo” del territorio, garantendo nello stesso tempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio. Garantire condizioni dì benessere umano equamente distribuite per classi e per genere. 

Le dimensioni contribuiscono al raggiungimento di un fine comune e per ogni scelta o decisione se ne deve tener conto, perchè nel caso in cui si privilegi solo una o due delle dimensioni, non si  verifica uno sviluppo sostenibile.

La sostenibilità dal 2015

Nel settembre 2015 più di 150 leader internazionali si sono incontrati alle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente.

I paesi hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: si tratta di un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione, per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, con lo scopo di guidare il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

Si basa su cinque concetti chiave, rappresentati da cinque “P”: 1) Persone 2) Prosperità 3) Pace 4) Partnership 5) Pianeta. 

Gli obiettivi

Rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

Obiettivo n. 12: Consumo e produzione responsabili.

Mira alla gestione ecologica e circolare dei prodotti e dei materiali il cui valore deve essere mantenuto il più a lungo possibile, nonché ad una sostanziale riduzione della produzione di rifiuti.

Questo obiettivo ha anche lo scopo di dimezzare lo spreco alimentare, incoraggiare le imprese ad adottare pratiche sostenibili e promuovere politiche in materia di appalti pubblici sostenibili.

I fattori dello spreco alimentare

Le perdite alimentari che si determinano durante le fasi della filiera di produzione; gli sprechi alimentari delle parti scartate durante il processo di trasformazione o di distribuzione, a cui si aggiungono anche i prodotti invenduti; infine gli sprechi domestici formati da tutti gli alimenti che una volta acquistati non vengono consumati, scadono e vengono buttati. Un percorso che prevede perdite fin dall’inizio, dal processo di produzione del singolo alimento al suo consumo.

Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare 

E’ stato pubblicato il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability: in Italia dopo due anni di pandemia, in cui lo spreco alimentare aveva subito un calo, torna a risalire del 15%. Per rendere più concreto questo dato, un italiano non consuma, e quindi getta, mediamente 31 kg annui di cibo.

La frutta fresca è in assoluto la categoria di cibo più sprecata, insieme alle verdure come insalate, cipolle, aglio e tuberi. Ma come combattere allora lo spreco alimentare personalmente e quotidianamente? 

Di seguito 8 semplici strategie per ridurre al minimo lo spreco degli alimenti, facendo un passo in avanti verso la sostenibilità:

  • fare una spesa intelligente 
  • occhio alle scadenze
  • attenzione al frigorifero 
  • avanzi e ricette svuota frigo
  • mettere gli scarti in un compost
  • non lasciarsi ingannare dalle apparenze 
  • preferire le piccole porzioni al formato maxi.

Noi studenti abbiamo pensato di condividere con voi lettori una rubrica di ricette in grado di dare una seconda possibilità al cibo non consumato: 

‘Zero spreco – più amore per il cibo’.

Aspettiamo le Vostre proposte e restiamo in attesa di sapere come cosa pensate delle nostre ricette.

Melkinesh Mariani

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