Esprimi un desiderio, Pascoli X agosto
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Nell’immaginario collettivo la visione di una stella cadente permette a chiunque di esprimere un desiderio. Il X agosto, durante la notte di San Lorenzo, tutti noi volgiamo  gli occhi al cielo per fare “scorpacciata di desideri”; insomma nell’immaginario collettivo questa notte d’estate si carica di magia e buoni auspici, eppure gli antichi leggevano tale evento come segno nefasto: “un pianto del cielo”. Si dà al  caso che secondo la Chiesa, proprio in tale data, si sia consumato il martirio di san Lorenzo, arso vivo dai Romani su una graticola di ferro il 10 Agosto del 258 d. C. Nell’anniversario della sua morte, secondo la leggenda, il santo piangerebbe lacrime infuocate, riempiendo il cielo di stelle cadenti.

Esprimi un desiderio

Sempre nella tradizione popolare, coloro che vedono una stella cadente possono chiedere una grazia a Dio tramite il santo, da qui scaturisce l’usanza, a noi tanto cara, di esprimere un desiderio.

Questa lettura piangente delle stelle cadenti è stata ripresa dal poeta Giovanni Pascoli, in occasione della morte del padre, nel componimento “X Agosto”; la tranquillità familiare del poeta fu sconvolta in quella sera  del 1867, quando il padre Ruggero venne ucciso da due assassini rimasti ignoti.

San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

In questa poesia le lacrime che solcano il cielo compartecipano al lutto del “nido familiare” ormai violato. In questi versi, pertanto, le stelle si caricano di una valenza mortifera e luttuosa, distante dall’accezione positiva che siamo soliti attribuirle. 

E se gli studenti del Galli potessero prestare le loro parole al poeta ottocentesco, quali versi dedicherebbe al ricordo paterno?

 Con uno sforzo immaginifico gli studenti provano in tale intento.

“Il Cammino” di Luca Buzzoni

Cammina tra la silenziosa aria

quand’egli fra i crisantemi cadde.

Lo sguardo sul mondo varia

fu in questo momento che accadde…

Il forte scoppio rimbombava

Il vermiglio ricoprì il terreno.

Nel campo la progenie aspettava

La speranza in lor venne meno.

Durante la quiete solo il cri cri,

un grillo pianse per il suo dolore.

Per lui il cancello dei cieli si aprì

Egli, dopo un grido, muore.

Luca Buzzoni

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