elezione presidente
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Nella giornata di sabato è stato rieletto, all’ottava votazione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Con i suoi 759 voti Mattarella è diventato il secondo Presidente più votato nella storia repubblicana al seguito solo di Pertini.

Il nome del neo eletto Presidente, all’inizio, sembrava non essere nemmeno contemplato, dato che lo stesso aveva espresso la sua contrarietà ad un secondo mandato, ma col passare del tempo sembrava rimanere l’unica figura capace di mettere d’accordo la volontà di tutte le forze politiche, specialmente quelle impegnate nell’esecutivo di Draghi.

L’esito di queste votazioni segna una sconfitta per tutti i partiti politici. La sinistra, infatti, ha mostrato un atteggiamento di chiusura verso qualsiasi proposta proveniente dal centro-destra e non ha mai ufficialmente proposto un candidato, dimostrando lo squilibrio interno e la carenza di un atteggiamento idoneo a rappresentare il Paese. L’atteggiamento dovrebbe essere quello di essere propositivi, razionali e disponibili a discutere ogni nome con valide opinioni, specialmente se essi sono nomi di personaggi di rilievo non appartenenti ad alcun partito politico. La destra ne esce anch’essa perdente, poiché non è stata in grado  di adottare una buona strategia per condividere le proprie scelte e, dunque, guidare fino in fondo la corsa al Quirinale.  Corsa che si è arrestata con un compromesso necessario per la stabilità del governo, che altrimenti avrebbe dovuto affrontare una crisi politica in un momento inopportuno a causa dell’arrivo della seconda tranche del recovery fund e delle elezioni nazionali del 2023.

Non si può negare che un’elezione diversa avrebbe comportato la formazione di attriti tra le forze di maggioranza che avrebbero avuto inevitabilmente importanti ripercussioni sul governo.

Sergio Mattarella: una vittoria per gli Italiani

L’elezione di Mattarella rappresenta, ad ogni modo, una vittoria per gli italiani a causa  della grandiosità della sua persona, per le sue qualità etiche e lavorative che sono indiscutibili.   

Adesso, il Presidente si trova a ricoprire un ruolo cui, precedentemente, aveva rinunciato, probabilmente perché convinto non sarebbe riuscito a servire l’Italia per ulteriori sette anni così come ha fatto in quelli appena trascorsi. E’ lecito anche chiedersi se deciderà di dimettersi prima della scadenza del suo mandato oppure no.

In ogni caso, non possiamo che augurare al Presidente un buon lavoro e sperare che la sua abilità nel ricoprire tale carica possa continuare a  contribuire a rendere l’Italia un Paese migliore.

Michele Rota

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