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In occasione della giornata della memoria, una riflessione sul viaggio che nel 1982 riportò Primo Levi nel lager.

https://www.raiplay.it/video/2017/01/Ritorno-ad-Auschwitz—Primo-Levi-7ce35df4-b147-48a7-a300-f05bff1bc7b5.html?wt_mc=2.app.cpy.raiplay_prg_Ritorno+ad+Auschwitz+-+Primo+Levi.&wt

: PRIMO LEVI, RITORNO AD AUSCHWITZ

L’umanità è l’insieme dei caratteri essenziali e distintivi della specie umana.

Primo Levi ribadisce molte volte l’importanza dell’umanità durante il viaggio che lo conduce ad Auschwitz in Polonia, strade già percorse, viaggio già compiuto anni prima in veste non di turista ma di prigioniero, quando a causa delle sue origini ebraiche viene deportato nel campo di sterminio.

Sentire il suo racconto è quasi come ascoltare la trama di un film spaventoso, è impressionante e ci fa capire quanto sia stato traumatico l’accaduto.

Durante il suo viaggio racconta delle difficoltà che i prigionieri incontravano durante la deportazione, una delle maggiori era la differenza linguistica tra guardie e deportati, questo impediva la comunicazione e la comprensione, era un aspetto limitante per chi non conosceva la lingua del posto o il tedesco.

Secondo Primo Levi un altro aspetto orribile nei campi di concentramento era che le guardie e i prigionieri perdevano la loro umanità, spesso preservata da abitudini all’apparenza banali. Per Primo Levi aveva grande importanza svolgere piccole azioni quotidiane, come una semplice doccia, anche se fredda, per mantenersi coscienti della propria dignità, per ricordarsi di essere ancora uomini.



: PRIMO LEVI, RITORNO AD AUSCHWITZ

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