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Lo sapete che se non facciamo qualcosa tra poco molti luoghi del nostro pianeta saranno senz’acqua e senza cibo?

Ancora oggi un miliardo e mezzo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile.

In Italia un cittadino può contare sulla disponibilità di 237 litri di acqua al giorno.

Negli Stati Uniti questo dato va a ad attestarsi su 435 litri.

Un abitante del Madagascar può avere 10 litri al giorno.

in Africa una donna percorre in media 6 chilometri al giorno per approvvigionare la propria famiglia di acqua…ma vi rendete conto, nel 2024!!!

In alcuni Paesi poco sviluppati si denuncia la mancanza di cibo, infatti, moltissimi bambini muoiono ogni giorno per questa motivazione; in altri Paesi, invece, il cibo è talmente abbondante da rendere l’uomo capace di sprecarlo, questa differenza oggi non è accettabile!

Ma cos’è l’acqua?

è un composto chimico formato da due atomi di idrogeno legati e un atomo di ossigeno: H2O, si tratta di una struttura molto semplice che alla vista si presenta incolore, insapore e inodore.

L’acqua ricopre il 71% della superficie terrestre e costituisce una risorsa rinnovabile, è indispensabile per la sopravvivenza di specie animali e vegetali. Del totale di acque presenti sul pianeta, il 97% è rappresentato dalle acque salate e il 3% dalle acque dolci. Delle acque dolci, il 72% è racchiuso nei ghiacciai, il 24% acque sotterranee e il 4% laghi, fiumi e vapore acqueo. Soltanto lo 0,3% è disponibile per il consumo dell’uomo.

Perché si parla di mancanza d’acqua?


A causa della crescita della popolazione e dello sviluppo dell’agricoltura e dell’industria dall’inizio del Novecento, il consumo di acqua è aumentato di circa 7 volte; ovviamente sono cresciuti anche i consumi, insieme ai livelli di inquinamento. Questo bene inesauribile è dunque minacciato perché rischia di contaminarsi e di non essere sufficiente a soddisfare i bisogni di tutti. 

Negli ultimi anni stanno diventando sempre più frequenti, in particolar modo durante l’estate, periodi di siccità anche in zone geografiche storicamente meno soggette a questo tipo di problema. 

Prima ho parlato di inquinamento e, sì, una delle cause principali è proprio il nostro inquinamento. Come si fa ad inquinare l’acqua? Beh, ci sono diversi tipi di inquinamento: 

  • civile, deriva dagli scarichi delle città quando l’acqua si riversa senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare;
  • industriale: formato da sostanze diverse che dipendono dalla produzione industriale;
  • agricolo: legato all’uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere.

Alcune sostanze chimiche presenti nell’acqua sono particolarmente pericolose per l’uomo come ad esempio alcuni metalli (cromo, mercurio) o composti quali i solventi clorurati, e queste sostanze le mettiamo noi!

Qualche riga più sopra citavo anche della maldistribuzione del cibo, vediamo bene di cosa si tratta. Come accennato, in alcuni Paesi del mondo, quelli più poveri, manca il cibo, oltre all’acqua potabile, e moltissime persone non riescono a sfamarsi, per questo si ammalano e muoiono. In altri Paesi, invece, il cibo c’è in abbondanza tanto che molte volte viene sprecato, ma dobbiamo approfondire per capire bene. La maggior parte delle persone pensano che lo spreco alimentare avvenga soprattutto nei ristoranti, ma non è così: lo spreco maggiore avviene nelle nostre case proprio perché buttiamo il cibo. Preciso quindi che lo spreco alimentare nella ristorazione avviene durante la fase di preparazione degli alimenti (45% del totale), o nei piatti dei clienti (34%), o per deterioramento dei cibi (21%).

Il cibo che noi sprechiamo è dannoso per l’ambiente infatti è responsabile dell’8% delle emissioni globali di gas nobili serra. Visto che siamo sull’argomento vorrei specificare quali tipi di cibo hanno più impatto sull’ambiente rispetto ad altri:

la carne bovina è quella che inquina di più; formaggio, pesce, carne suina, olio, frutta secca, legumi, uova e carne avicola hanno invece un medio impatto ambientale; dolci, pasta, yogurt, biscotti, riso, latte, pane, patate, frutta e ortaggi invece sono cibi che inquinano meno.



Cosa possiamo fare?

Sicuramente consumare meno acqua potabile è un obiettivo che tutti dovremmo porci, non solo nei momenti di crisi idrica e di siccità, ma in generale nella vita quotidiana: è essenziale promuovere l’educazione ambientale sin dalle scuole perché non solo informa gli studenti sugli impatti dell’inquinamento, ma li motiva anche a diventare i principali tutelatori delle risorse idriche. Ovviamente c’è bisogno anche dell’aiuto delle industrie e dell’agricoltura, non scaricando sostanze nelle nostre acque e utilizzando fertilizzanti meno dannosi possibili. 

Per quanto riguarda invece lo spreco alimentare sarebbe di grande aiuto: controllare la date di scadenza e conservazione, riutilizzare il cibo avanzato per altre ricette, il cliente dovrebbe essere in grado di capire il suo livello di fame prima di ordinare i piatti, nel caso di avanzi avere la possibilità di chiedere un contenitore per portarli a casa e consumarli in un secondo momento (doggy bag). Inoltre, dovremmo cambiare il nostro modo di pensare: invece di buttare cibi in scadenza o che non piacciono più, potremmo regalarli a quelle persone meno fortunate che si trovano a vivere per le strade, perché spesso non vengono raggiunti neanche dalle società che dovrebbero aiutarli. In questo modo non solo eviteremmo lo spreco di cibo, ma aiuteremmo una persona in difficoltà.

Per evitare lo spreco di cibo possiamo anche imparare a mangiare bene utilizzando cibi che ci fanno stare bene, in questo modo non solo la nostra salute ne risentirà positivamente, ma questo ci aiuterebbe a stare più attenti a ciò che compriamo e a non buttarlo.

Anche la politica del mondo si sta occupando di questi problemi attraverso la FAO (Food Agriculture Organization): si tratta di un’organizzazione a cui fanno parte molti Stati, che lavora con lo scopo di risolvere definitivamente la fame, insegnando ai Paesi interessati a procurarsi il cibo e a sostenersi economicamente. Un altro scopo è quello di procurare l’acqua per l’agricoltura in tutti i Paesi in cui manca. Dovremmo inoltre avere tutti un pensiero comune dove la sostenibilità venga al primo posto, ovviamente parlo di sostenibilità ambientale, che è una serie di azioni che vengono fatte per tutelare il patrimonio ambientale. Per far sì che la sostenibilità ambientale funzioni, dobbiamo elaborare un piano che comprenda non solo l’ambiente ma anche la parte economica e politica dei Paesi. 

Credo che tutto questo sia causa dei nostri antenati, perché hanno portato la società a vivere in questo modo, dividendo il mondo in due parti: i ricchi fortunati che hanno tutto ma che inquinano notevolmente e i poveri che non hanno la possibilità di scegliere un futuro migliore. Oggi noi giovani dobbiamo rimboccarci le maniche per cercare di salvare il salvabile per rendere migliore la vita ai nostri figli. Dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungere l’obiettivo di ripulire il nostro mondo.


Consiglio a tutti di guardare il documentario “Punto di non ritorno”: mostra come la nostra società sia totalmente dipendente da gas e petrolio. Per ottenere i combustibili fossili si producono enormi quantità di Co2, metano e altri gas serra che provocano l’innalzamento delle temperature globali. Le conseguenze sono drammatiche: l’aumento delle temperature provoca lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento delle maree in India e Cina, oltre ai danni collaterali dovuti all’inquinamento come le piogge acide.

Può essere di grande aiuto per capire cosa e dove stiamo sbagliando.

Nicole Scotti

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