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di Linda Buccelli e Giulia Rossi.

Al Galli l’incontro con il filosofo Valle e la dottoressa Albani sul diritto al cibo e sul rispetto del pianeta che ci nutre: l’obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni alla promozione di un’economia sostenibile e dare vita a un rapporto diverso tra uomo e natura.

Lunedì primo marzo le classi terze hanno assistito all’incontro con il professore Luciano Valle, filosofo e teologo, con più di trent’anni di impegno e ricerca sui temi dell’Etica Ambientale e dell’Ecosofia, e la dottoressa Lylen Albani. L’incontro si basa sul diritto al cibo e di quanto sia importante il concetto di “Madre Terra” perché essa ci nutre e, se dovesse diventare sterile, la popolazione morirebbe: per questo motivo dobbiamo aiutarla e proteggerla. I cambiamenti climatici e i sistemi di sfruttamento e consumo intensivo delle risorse naturali stanno mettendo in pericolo l’intero pianeta: se non dovesse esserci un’inversione di tendenza, entro 30/40 anni le sue condizioni potrebbero essere disastrose. Nel suo discorso il professor Valle fa più volte riferimento alla figura di Papa Francesco per le sue frasi riguardanti l’ambiente: nel 2015, infatti, fece notare quanto la Terra soffra e sia ammalata. Il rischio concreto di una produzione consumistica e poco sostenibile è che le risorse comincino a scarseggiare e che non bastino più.

Per questo motivo serve responsabilità da parte di tutti, quindi dobbiamo essere più generosi, lungimiranti e meno egoisti. Un altro riferimento in ambito religioso riguarda l’Antico Testamento: la missione che Dio dà all’uomo è quello di custodire la Terra; all’uomo spetta questa importante responsabilità.
Questo importante messaggio religioso di protezione e cura della Terra si lega ai valori laici trasmessi dai più importanti protagonisti del mondo della scienza, in particolare ad Albert Einstein, che, pur non essendo credente, ha sostenuto idee in linea con quelle di Buddha e Gesù Cristo, tra cui imparare ad amare gli animali e a rispettare la vita.
Si sospetta che il coronavirus sia arrivato dai wet market (mercati dell’umido asiatici), dove l’igiene è precaria, gli animali vengono macellati in modo promiscuo e mischiati a quelli selvatici cacciati dai bracconieri: per non far accadere una nuova pandemia è necessario eliminarli completamente.
Ma è necessario puntare un faro anche sugli allevamenti intensivi: dove, secondo recenti inchieste giornalistiche, gli animali soffrono e vengono imbottiti di antibiotici che finiscono sulle nostre tavole.
Molti virologi sostengono che questa pandemia abbia due cause: la prima è la crisi ambientale e la seconda, ossia la più importante, è la deforestazione. Quest’ultima sembra essere la causa più grave: lo sradicamento degli alberi che toglie la possibilità di vita. Per impedirne il fenomeno dobbiamo capire che non possiamo fare quello che vogliamo per noi stessi, ma dobbiamo fare ciò che è meglio per Madre Terra.
Un esempio che il professor Valle cita è quello del Presidente del Brasile, che si è imposto in modo autoritario sulla foresta Amazzonica privilegiando lo sfruttamento a fini di lucro delle ricchezze naturali, cancellando chilometri di specie vegetali presenti, ma così facendo, insieme a tanti altri gesti, determinerà la fine dell’umanità. Per fare in modo che non avvenga dobbiamo resistere, avere coscienza e conoscenza.
Il professor Valle si rivolge direttamente a noi ragazzi chiedendoci di imparare attraverso la scuola a guardarci dentro, quindi avere coscienza e salvare la terra per un futuro migliore. Per averlo dobbiamo amare e proteggere il pianeta e tutte le sue creature, resistendo a chi invece lo vuole distruggere.

Viste le sue citazioni all’interno della conferenza, la domanda è se crede più nel creazionismo o evoluzionismo?
«Oggigiorno le chiese hanno superato le eresie e l’errore fatto con Darwin condannandolo in passato a causa della sua teoria dell’evoluzione. Dagli anni ‘50/’60 il legame tra scienza etica e religione si è rafforzato portando a una riconciliazione delle due parti». Gli obiettivi di difesa del pianeta e del rispetto dell’ambiente sono condivisi dall’uomo di fede e dal laico: sono incisi a chiare lettere nella Costituzione italiana e nei principi posti a fondamento dell’Unione Europea.
Dopo l’incontro con il professor Valle è intervenuta la dottoressa Lylen Albani, che ha trattato anche lei l’argomento del diritto al cibo, ma sotto un punto di vista politico: infatti la politica appartiene a tutti noi, e partecipare è quindi un impegno civile. La dottoressa Albani, inoltre, ci fa capire perché il cambiamento climatico non coinvolge tutti allo stesso modo, ma di come all’interno di questa grande bolla ci siano molte disuguaglianze: una di queste sono i soldi che una nazione possiede.
Grazie ai congressi con i quali si è stabilita l’agenda 2030 uno degli argomenti più discussi è stato appunto il cambiamento climatico in base allo Stato e al reddito: il cambiamento che deve avvenire da noi essere umani, infatti, deve essere sia dalle singole persone, sia dalle grosse aziende. Gli altri argomenti principali discussi inizialmente nel congresso di Etiopia e successivamente in quello di New York nel 2015 sono la fame, la corruzione, il consumo responsabile e la decisione di un cambio di rotta radicale.
La conferenza che ha cambiato in modo significativo la questione del cambiamento climatico si è stabilita a Parigi, dalla quale è nato l’accordo di Parigi, condiviso da 195 Paesi, che si impegnano a eliminare l’effetto serra (per porre un limite al surriscaldamento globale). Quest’ultimo è causato al 50% da Cina e Stati Uniti: con la presidenza di Trump gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo generando così una preoccupazione a livello globale, risanata però dalla elezione di Biden, che ha rimesso gli Stati Uniti sul binario giusto della cooperazione mondiale. L’Europa fa parte dell’accordo di Parigi perché sa che senza una strategia di lotta ai cambiamenti climatici prima o poi si pagherà un conto salatissimo.
La dottoressa Albani ha concluso il suo discorso parlando delle conseguenze che causa il cambiamento climatico: in alcuni paesi si alterano periodi di inondazioni e periodo di siccità, quindi la coltivazione è povera e la popolazione è costretta a scappare, rifugiandosi in Paesi benestanti, come gli abitanti della Somalia che si ritrovano a emigrare in Corea e Giappone.

Crede che nella storia dell’umanità ci sia solo un colpevole o un responsabile degli avvenimenti negativi che sono avvenuti e avvengono negli ultimi anni?
«Non esiste un responsabile, ma la causa delle diverse crisi per la maggior parte è dell’Europa, delle scelte fatte in passato, che sono andate o vanno a discapito dell’ambiente».

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